Jimi: All Is by My Side

cropped-jimi-all-my-side

Posso essere appassionato di un artista e non vedere un film a lui dedicato? Mi è capitato quest’anno di scoprire che un tale Andrè 3000 (nome d’arte di André Benjamin il rapper degli Outkast per intenderci) fosse il protagonista del film sulla mia grande icona musicale Jimi Hendrix. Spalanco gli occhi, penso alla musica degli Outkast senza però conoscere il volto di questo personaggio. Mi informo, guardo alcune immagini e come disse John Belushi: “GESU’ CRISTO HA COMPIUTO IL MIRACOLO, HO VISTO LA LUCE!”. Identico, posso vederlo. Il film ha già un titolo tutto dire Jimi: All Is by My Side. Scopro però che la musica utilizzata nel film è originale.. Originale? Ma Jimi non ha bisogno di musica originale, ha scritto la storia della musica con le sue melodie, i suoi riff. Incredibile scopro ancora una volta che i suoi più stretti familiari non hanno concesso le musiche per questo film. Posso guardare un film di Hendrix senza alcuna musica di Hendrix? E’ come se andassi in bicicletta senza sella, o come se scrivessi con una penna senza inchiostro.. Ma questa è l’unica occasione di guardare un film a lui dedicato, è la prima volta e chissà se mai più capiterà nella vita.. e cosi è stato..

Da sempre il cinema ha avuto l’occasione di immortalare delle icone del rock, basti pensare al film The Doors diretto da Oliver Stone nel 1991 interpretato da un Val Kilmer straordinario nei panni del “re lucertola”. Come in molti altri film la trama si discosta dalla vita vissuta dal giovane cantante americano, se solo si leggesse la biografia di Stephen Davis su Morrison si capirebbero molte incongruenze, a volte dannose, che possono rovinare il personaggio stesso e il gruppo.  Jimi: All Is by My Side  si sofferma su un solo anno di vita di Jimi Hendrix, dall’incontro nel 1966 con la sua amica “innamorata” Linda Keith (una volta fidanzata ufficiale di Keith Richards) fino all’indimenticabile esibizione di Monterey nel 1967. Vengono proiettati sullo schermo le prime esibizioni nei locali dell’underground newyorkese con la successiva trasferta londinese sotto la sapiente guida del bassista degli Animals Chas Chandler improvvisatosi manager fino alla nascita della Jimi Hendrix Experience. Il regista è John Ridley, premio Oscar 2014 per la sceneggiatura di 12 Anni Schiavo (un film che vi consiglio vivamente di vedere). L’interpretazione di André Benjamin è a mio avviso impeccabile, i suoi gesti, le sue espressioni.. e il suo viso. È come Val Kilmer nel film The Doors.

Peccato per la musica e per il plot troppo breve, ma quel 1967, sul palco del Monterey Festival, la Stratocaster che prende fuoco sulle note di Wild Thing, resterà per sempre un’immagine memorabile e IRRIPETIBILE.

Emilio Quaglieri

Un commento su “Jimi: All Is by My Side”

  1. A livello puramente registico il film mi è piaciuto, la storia è decisamente insipida nonostante l’ottima interpretazione in generale degli attori. I film biografici, solitamente, riescono a descrivere la personalità del soggetto in maniera piuttosto completa, qui non avviene, il pensiero di Hendrix viene fuori in pochissime situazioni (in soli due discorsi se non sbaglio); Ci si sofferma invece, sul rapporto dell’artista in ambito sentimentale ( decisamente tralasciabile).
    Complessivamente il film è godibile, alcune parti mi hanno divertito molto( l’incontro tra Hendrix e Clapton ad esempio), di sicuro si poteva fare di meglio a livello di sceneggiatura, alcune scelte non le ho proprio capite.
    Diciamo che il “nostro” Jimi poteva essere trattato meglio.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.