Riflessioni post-ennesima visione di Easy Rider (di Sara Fabrizi)

1535707_10202962369843357_380598676_nParlano, parlano di libertà ma quando vedono un individuo davvero libero ne hanno paura.. E’ il tema che ha ispirato canzoni, film, letteratura… E’ l’ancestrale bisogno dell’uomo di affermare la propria individualità ed unicità in contrasto con le costrizioni e le convenzioni  sociali, è l’antica dicotomia Natura vs Cultura. Un tema che potrebbe sembrare trito e ritrito ma che non deve mai farci smettere di pensare. Proprio qualche giorno fa ho avuto modo di arrovellarmi di nuovo il cervello su questo dilemma rivedendo uno dei miei cult movie preferiti..Easy Rider.

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[CineWaste] “The Bothersome man” (di Gabriella Marsigliese)

Esistono alcune forme di “spostatezza” negli individui, tra cui quella dell’”ipersensibile affettivo”, esemplificata in un film del 2006 diretto dal norvegese Jens Lien: “The Bothersome man”.
È un film straordinariamente originale e strano, ma la sua stranezza non è da intendersi come un qualcosa di misterioso, perché il senso profondo è molto chiaro: la contrapposizione fra un individuo “spostato”  in quanto l’unico a provare delle emozioni, in un sistema sociale in cui le emozioni sono semplicemente bandite così come i toni caldi della fotografia.
È una rappresentazione immaginaria come atto d’accusa del sistema contemporaneo, in cui, ovviamente, il peso delle norme sociali viene concepito come una sorta di richiesta disumanizzante che schiaccia la sensibilità dell’individuo. La società dei “normali”, viene mostrata nella sua totale funzionalità ma in un totalmente anche spiazzante deserto vuoto di emozioni. I “normali” sono persone che hanno tutto apparentemente in ordine, salvo i sentimenti.

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[CineWaste] Elephant – Gus Van Sant

Con un pò di ritardo ecco a voi la prima recensione del Cinewaste. Oggi parleremo,come avrete intuito dal titolo,di Elephant film del 2003 diretto da Gus Van Sant vincitore della palma d’oro come miglior film e per la miglior regia al festival di Cannes;In questo film Van Sant descrive su pellicola, con una visione del tutto fuori dagli schemi,la strage alla Columbine High School, i fatti vengono dipinti in maniera molto realistica grazie alla tipologia di inquadrature e all’uso minimo di “stacchi”; Troviamo un largo uso di carrellate alle spalle dei protagonisti che ci permettono di seguire l’azione come se fossimo parte del film.

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