Il caos onirico di Vincent Bourilhon

10881677_970233016338837_9121511718922232193_n Nella maggior parte dei casi è difficile trovare un fotografo in grado di catturare l’attenzione dello spettatore in modo rapido e conciso. Non è sicuramente questo il caso di un artista molto entusiasmante e fuori dalle righe, Vincent Bourilhon. Parigino, sin dall’età di sedici anni ha cominciato una sperimentazione fotografica che lo ha portato a lavorare anche in ambito cinematografico. Per definire il suo lavoro possiamo utilizzare tre parole chiave: la poesia, l’onirismo e, mi sentirei di aggiungere, il caos. I suoi soggetti si trovano sempre in una condizione di irrealtà in cui si sentono nulla rispetto a ciò che li circonda. Sono spaesati e vagano alla ricerca di un qualcosa che, alla fine, riescono a trovare soltanto nella loro immaginazione e, quindi, nel sogno.

10422380_1006579606037511_6445516874124028571_nCome raccontato nella autobiografia, le sue opere ci aprono la porta nei confronti di un universo  che si trova a cavallo tra la realtà e l’immaginazione. Un posto che ci piace, che ci attrae in ogni sua scheletrica parte. Da qui parte un lavoro minuzioso e curato nei minimi dettagli. Bourilhon sembra essere un burattinaio che controlla le proprie marionette con estrema precisione e lascia spazio a molte interazioni con lo spettatore che necessita di uno sforzo interpretativo non indifferente per capire l’opera. Così come in Smith che in Luczywo lo spettatore si trova, infatti, in una condizione attiva tesa a scrutare il messaggio che viene lanciato da queste entusiasmanti opere.

11041772_1025593697469435_1300964639875290321_nQuando è necessario, non manca certo un pizzico di umorismo che rende ancor più elegante il complesso in cui l’artista si muove. Dal punto di vista tecnico, la prima cosa che si nota è che Bourilhon non fa uso del bianco e nero. Limite o mossa azzeccata? A mio parere l’uso del bianco e nero non farebbe mai del male anche se in questo caso il colore gioca un ruolo fondamentale nell’opera in quanto serve proprio ad enfatizzare la realtà dei personaggi e la loro visione interiore.

1621787_943807405648065_5684854052610042768_nPer quanto riguarda la composizione, il piano di lavorazione in alcuni casi è piatto, in altri casi si notato delle prospettive importanti ed in altri ancora l’artista gioca con la profondità di campo. Mosse queste che gli riescono in maniera perfetta.  Tutto ciò non collide , infatti, con lo sfondo concettuale disegnato e studiato accuratamente: il caos all’interno del sogno.

Non mi resta che invitarvi a fare un giro sul sito di Vincent oppure, si sa mai, se vi trovaste a Parigi fare un salto nel suo studio.

Paris, 75007

http://www.vincent-bourilhon.com/vb-photos.html

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