Between The Buried and Me – Automata I (2018)

La formazione è piuttosto conosciuta nel panorama del progressive metal, ed ha avuto un buon successo con Coma Ecliptic nel 2015, che ha avvicinato il sottoscritto a questa band.

In questo nuovo album c’è un lavoro più attento al lato metallico, vogliono far sentire proprio il metal. Da subito in Goodbye to the Gallows, dove si scatena una voce aggressiva e un ritmo da headbang, senza farsi mancare delle piacevoli progressioni e dei momenti che avevamo imparato a conoscere dal lavoro precedente.
L’incedere frenetico si riconferma lungo tutto l’album, fino ad incrociare le idee delle belle Yellow Eyes e Millions, di cui quest’ultima ha l’aria del singolo.
Nella prima invece  si nota di più il tocco Haken (che è poi una nota di stile del prog di oggi) seppur con la notevole differenza della voce in growl che non si addice al gruppo british.
Ulteriore lato interessante è l’inserimento in alcuni tratti di fraseggi che sono tipici di certo avantgarde europeo, penso agli italiani Ephel Duath come anche più a nord.

Gold distance fa da breve interludio in piena tradizione prog, ad aprire la strada al blocco più consistente, sia nel minutaggio oltre i 10′ sia nella composizione del brano. Blot è chiaramente il brano più ispirato e più interessante di questo Automata I, in esso si sente decisamente più che altrove l’attenzione al lato melodico e strumentale, così come anche tutte le contaminazioni e gli stilemi che cito.
La macchia di cui parlano è la pupilla di un androide, più che cosciente della sua mente e dei suoi ricordi, che si riconosce vivente dalla circolarità di quella macchia nell’occhio.

L’ascolto complessivo, seppur relativamente breve, è molto piacevole e soddisfa bene le orecchie assetate di progressive dei metallari contemporanei che non vivono nel passato.
Ottima tacca nella loro discografia, avanti un altro.

P.S:
Non posso non legare Blot e progressive metal nel nome dei Blotted Science, nome idolo del metal d’avanguardia e progressivo, che valeva la pena ricordare.

 

Automata II recensito qui

Pubblicato da

Manuel D'Orso

Nel collettivo dal 2013, INTJ, appassionato di metal e musica sperimentale.

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