Sweethead – Mortal Panic EP (2015)

A partire da oggi, quando mi sarà possibile, cercherò di pubblicare una mini recensione di un album a settimana per poi far sentire qualche pezzo dello stesso durante la nostra diretta. Ringrazio in anticipo il sito Noisetrade che mi permette di scoprire artisti emergenti e passare musica nuova ogni volta.

Partiamo con la recensione vera e propria: chi sono gli Sweethead? Si tratta di un gruppo americano alternative rock, composto dalla cantante Serrina Sims, dal chitarrista Troy Van Leeuwen (Queens of the Stone Age, A Perfect Circle, Enemy, Failure), dal bassista Eddie Nappi  (Handsome, Enemy, Mark Lanegan Band) ed il batterista Norm Block (Plexi e Mark Lanegan Band).

Mortal Panic è un EP con il primo estratto del loro nuovo album in uscita nel 2016 insieme ad altri brani difficilmente reperibili altrimenti.

Si divide in sei brani, il primo dei quali è omonimo dell’album, e notiamo subito il sound “sporco” ma comunque ritmato ed orecchiabile, con uno schema classico di intro, strofa e ritornello.

Tunnel Vision Blue rallenta parecchio rispetto al pezzo precedente, e la voce della cantante risulta riconoscibile in mezzo alle varie distorsioni.

In Antony la voce femminile rimane pulita durante le strofe mentre nei ritornelli interviene la voce maschile, più rozza e “lontana”.

Tired Of Waiting ha un ritornello abbastanza particolare, in cui gli strumenti si placano momentaneamente per poi intervenire nuovamente .

Life in Laralay mi ha ricordato molto il Grunge facendoci anche ascoltare sonorità degli anni 80.

L’ultimo brano è P.I.G. (Leg Lifters “Pork Chop” Remix). Non avendo sentito l’originale devo dire che comunque a mio parere il remixer è stato in grado di fare un ottimo lavoro, poichè lo stile dei Sweethead rimane perfettamente riconoscibile.

A chi consiglio quest’album? Forse agli amanti del grunge o in generale delle sonorità distorte, poichè troveranno sicuramente pane per i loro denti. In fondo si tratta pur sempre di un gruppo emergente e secondo me hanno fatto un ottimo lavoro.

Alla prossima!

Blue Öyster Cult – Heaven Forbid (1998)

Ammetto le mie colpe.

Ho sempre e solo sentito Don’t Fear The Reaper dei Blue Öyster Cult, considerandola un capolavoro ma non andando mai ad approfondire il gruppo dietro al brano.

Una sera decido di ascoltare un loro album per intero, scegliendo Heaven Forbid, del 1998. Appena parte la prima canzone (See you in black) vado a ricontrollare il player, convinto di aver fatto partire un altro album. Verificato che si trattava effettivamente dei BÖC mi sono immediatamente pentito di non averli ascoltati prima, ma non è mai troppo tardi per cominciare a farlo.

See you in black vede un ritmo suddiviso in terzine che si trasforma subito in heavy metal; il brano successivo, Harvest Moon, mi ha immediatamente riportato alla mente lo stile dei BÖC ai tempi di Don’t Fear The Reaper, ma dopo un attimo interviene la chitarra solista ed il ritmo si fa più incalzante, arrivando a creare quello che per me si può definire Progressive.

Power Underneath Despair incomincia con uno stile epico, accelerando verso la fine e accompagnandoci verso un pezzo che sembra iniziare in pieno stile PFM, X-Ray Eyes.

Hammer Back ci quasi prepara con il suo procedere lento ma costante ad ascoltare il pezzo più particolare dell’album (secondo me): Damaged. Questo brano si presenta molto funky e con un tema interessante, le relazioni sociali distrutte dall’uso di droga.

In Cold Gray Light Of Dawn mi sembra quasi di sentire qualche traccia di Angra, mentre nella successiva Real World la chitarra acustica accompagna tutto il pezzo.

Live For Me è melodica, tratta di un incidente stradale in cui un ragazzo finisce per perdere la vita, ma prima di morire dice al fratello di vivere per lui.

In Still Burnin il doppio pedale si affaccia molto frequentemente, mentre l’ultimo pezzo, In Thee, è semi-acustico e per me abbastanza dimenticabile.

In sintesi: sto ascoltando anche i loro album più vecchiotti e forse questo non è il migliore, ma comunque Heaven Forbid contiene pezzi interessanti e mai banali.

Non lasciatevelo scappare!

La copertina venne considerata "pesante" per il mercato europeo e giapponese. Venne quindi commercializzato con questa cover alternativa.
La copertina venne considerata “pesante” per il mercato europeo e giapponese; l’album venne quindi commercializzato con questa cover alternativa.

Blueneck – The Fallen Host (2009)

Torno, finalmente, a parlare di un gruppo post-rock: i Blueneck.

Ammetto di essere stato poco attento nei loro confronti, non li conoscevo fino a qualche ora fa, eppure si tratta di un gruppo molto interessante nel loro ambiente.

The Fallen Host è il secondo album di questo gruppo inglese, che strizza un occhio ai Sigur Ros e agli Explosions in the Sky.

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Tapes ‘n tapes – The Loon (2006)

Eccoci ancora una volta a trattare di un album ed un gruppo al primo ascolto.

Sulla scia dei White Rabbits mi trovo a recensire un album dei “Tapes ‘n Tapes”, un gruppo indie-rock di Minneapolis, Minnesota.

L’album in questione si chiama “The Loon”, ed è stato inizialmente rilasciato nel 2005, autoprodotto dal gruppo, poi ripubblicato nel 2006 con XL Recording.

Si parte. Continua a leggere Tapes ‘n tapes – The Loon (2006)

White Rabbits – It’s Frightening (2009)

Parliamo di un sestetto fondato a New York, proveniente dal Missouri; vengono definiti seguaci dei generi Indie-Rock, Psychedelic Pop, Lo-fi ed hanno rilasciato finora tre album. Ci ritroviamo oggi a parlare dell’album “di mezzo”, a metà tra la maturità raggiunta nel 2012 con Milk Famous e il primo passo compiuto nel 2007 con Fort Nightly. It’s frightening viene prodotto da Britt Daniel, cantante e chitarrista degli Spoon. Continua a leggere White Rabbits – It’s Frightening (2009)

Peterloo Massacre: PETERLOO MASSACRE (2008)

Chi sono i Peterloo Massacre? Si tratta di un gruppo di Manchester Indie-Rock ed Experimental Pop (per comodità vi rimando alla loro pagina Facebook).

Conosciuti grazie all’immancabile Freemusicarchive (qui il collegamento al loro album, disponibile per il download gratuito) rappresentano una novità rispetto alle mie recensioni più recenti, non essendo un gruppo post-rock. Continua a leggere Peterloo Massacre: PETERLOO MASSACRE (2008)

Dream Youth – Thus Restoring It (2014)

Rieccoci  con una delle mie recensioni “a primo impatto”; ho deciso di intraprendere questa strada per quanto riguarda album che non conosco, li ascolto e nel frattempo butto giù due righe con le mie considerazioni in tempo reale.

Il gruppo Dream Youth probabilmente non dirà molto a ciascuno di noi, ma trattasi di giovani portoghesi che seguono (cito direttamente dalla loro pagina Facebook) i generi Ambient | Chillwave | Electronica | Experimental | Future | Indie | Instrumental | Post-Rock | Shoegaze. Non so quanto siano in grado di spaziare tra i vari campi che premettono e promettono di affrontare, ma essendoci il Post-Rock non potevo fare a meno di menzionarli. Continua a leggere Dream Youth – Thus Restoring It (2014)

Scott Holmes: We Used To Paint Stars In The Sky (2012)

Bentornati in una delle mie recensioni post-rock.
Questa volta si tratta di un album reperibile facilmente online, gratuito e di un artista che, in questo mio primo ascolto, sembra meritare molto.
Sto parlando degli Scott Holmes, un gruppo post-rock scozzese.
Le informazioni sul gruppo si possono trovare sulla loro pagina facebook mentre l’album in questione, We used to paint stars in the sky, è disponibile in streaming e download GRATUITO qui .

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Marco Travaglio – Festival delle Storie 2014

(Intervento di Marco Travaglio, 23 agosto 2014, Fontechiari)

Non so bene di che cosa parlare, nel senso che di solito uno viene qua e parla delle cose che interessano a lui e invece scopre alla fine, quando qualcuno fa le domande, che la gente era più interessata ad altri argomenti. Ditemi voi e se conosco l’argomento ne posso parlare, altrimenti se nessuno dice niente decido io, a vostro rischio e pericolo. Allora: la Costituzione, la disoccupazione giovanile, la riforma del Senato, la guerra, la P2. Argomenti abbastanza eterogenei, almeno qualcuno cercherò di affrontarlo. Continua a leggere Marco Travaglio – Festival delle Storie 2014

Hollow & Akimbo – Pseudoscience

Rieccoci a parlare di artisti non molto famosi (ingiustamente, a parer mio): questa volta si tratta degli “Hollow & Akimbo”, gruppo composto da Jonathan Visger, Brian Konicek, e Mike Higgins. Provenienti da Ann Arbor, Michigan, sono giunti alle vostre orecchie durante una delle ultime puntate della nostra trasmissione, nel Sottoscala di Marco. Il loro genere è un insieme di alternative rock, experimental rock e dream-pop. Continua a leggere Hollow & Akimbo – Pseudoscience