Marco Travaglio – Slurp (Festival delle Storie 2015)

Per il terzo anno consecutivo Radio Collective Waste è presente all’intervento di Travaglio (in questo caso per presentare il suo ultimo libro, “SLURP”) al Festival delle Storie! Riporto la trascrizione del suo intervento, non fedele al 100{29b42a4e1eac1746d4cba1ba46308d7cf7a2435503982c5456cdecf9c97f64d5} per esigenze di scrittura, ed invito tutti coloro che fossero interessati ad ascoltare il nostro podcast sul nostro sito www.collectivewaste.it .

“Questo libro è sui leccaculo, e questa parola potrebbe sembrare una volgarità. In realtà bisogna prendersela con Dante, perchè nella letteratura italiana il primo ad associare il servilismo all’unione fra l’unione ed il culo è proprio Alighieri. Se voi andate nell’8° girone dell’inferno, uno di quelli più in fondo e sapete che la “location” scelta da Dante per i vari peccatori indica la gravità del peccato. Li riteneva molto ripugnanti, lui usava la lingua per denunciare, per attaccare e non per leccare. Il leccaculo è un bugiardo che per fare carriera ed avere vantaggi incensa chi sta al potere, quindi contribuisce a mantenere al potere delle persone mediocri.

Qual è la pena, il contrappasso?

Nell’aldilà il leccaculo vivrà immerso in un mare di merda. Vede Alessio Interminelli da Lucca, lo riconosce e quest’ultimo gli spiega che durante la vita non si è mai stancato di leccare.

Perchè ho dedicato questo libro ai leccaculo? Perchè penso che ne abbiamo troppi.

Comprare un giornale serve se si trovano cose che non si vogliono far sapere, non per farsi dire che il Governo è buono, per quello basta la televisione.

Il Ministro Poletti l’altro giorno ha detto che quest’anno grazie al Job’s Act ci sono stati 670.000 nuovi posti di lavoro; non è il milione promesso da Berlusconi ma è buono.

Il giorno dopo si è scoperto che non era vero niente. Chi l’ha scoperto? Un paio di giornali, ed il Governo ha dovuto rimangiarsi le parole di Poletti. Gli altri giornali avrebbero potuto fare anche loro i conti, e invece hanno comunicato senza controllare le parole dette dal Ministro.

Il Potere parla ed il giornalista, che è pagato per diffondere la verità, si limita a reggere l’asta del microfono al potente di turno.

Il leccaculismo è molto dannoso per i cittadini, portandoli a credere cose che non esistono.

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Non è solo l’Italia che è affetta da cortigianeria, ma siamo tra i più bravi.

Ai tempi di Napoleone, dopo una quindicina di anni di impero, il re torna a Parigi.

Napoleone fugge dall’isola d’Elba ed in 19 giorni torna a Parigi; il principale giornale francese passa da rivoluzionario a imperiale e monarchico nel giro di questo breve lasso di tempo.

Pensate alla parabola di Berlusconi: tutti dalla sua parte mentre governava mentre ora si cercano con il lanternino quelli che lo difendono.

Feltri, su Il Giornale, nel 1994 descrive Silvio come un essere infaticabile, forte e in moto perpetuo.

Massimiliano Lussana lo descrive mentre studia modelli economici, senza mai fermarsi, facendo tre cose contemporaneamente.

Cristiano Gatti lo paragona a Marlon Brando, con spalle da pallanuotista, pettorali, bicipiti scolpiti.

Giancristiano Desiderio, su Libero, si dedica alle doti canore di Berlusconi; è lo Julio Iglesias italiano.

Tramonta Berlusconi e arriva Monti. Sembrava impossibile leccarlo più di Berlusconi, e invece, essendo un Governo di larghe intese, non ci si poteva sbagliare.

Famiglia Cristiana scriveva che i capelli bianchi sono proprio i suoi; quindi non ha quelli di un altro!

L’Ansa scriveva che la sua riservatezza è proverbiale, rispose no comment ,7 anni fa, su una domanda sul suo cane.

La Fornero sembrava che fosse scesa da un altro pianeta per salvarci. Veniva dipinta come la più grande esperta sulla previdenza sociale d’Europa.

Ha fatto 3 riforme, tutte schifose, togliendo i soldi ai poveri per darli ai ricchi e alle banche.

390.000 persone, gli esodati, si sono ritrovate senza pensione e senza lavoro.

All’epoca tutti stavano con Monti e la Fornero, nessuno scriveva una parola contro il Governo; adesso devono vivere nascosti, terrorizzati, sotto scorta.

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E’ possibile che le cose le scopriamo sempre e solo dopo, mai mentre stanno succedendo? Se abbiamo una stampa del genere sì.

Napolitano poi è stato considerato come il re Sole, non lo si poteva nemmeno nominare; come risulta da un resoconto stenografico al Senato, Grasso non permette riferimenti al Presidente della Repubblica, seguito subito dopo anche dalla Boldrini. Addirittura lo stesso Giorgio Napolitano interviene con due moniti per far capire che non esiste nessuna legge che impedisca riferimenti alla persona del Presidente.

Passiamo a Renzi, ora descritto come una sorta di Messia che moltiplica pani e pesci. In una scuola i bambini vengono costretti ad un coretto stile Balilla nei confronti del Matteo nazionale.

La Boschi è subito sotto Renzi nella classifica dei leccati, descritta con uno sguardo che riesce a placare le liti, come San Francesco. Viene descritta anche il suo passato all’interno del presepe vivente, come la Madonna. Titolo in prima pagina: Maria Elena Boschi gioca con l’anello al dito.

Repubblica risponde: l’anello di Maria Elena Boschi desta curiosità.

Ora tocca a Mattarella: non se ne sentiva parlare da una decina di anni. I leccaculo infatti non sapevano di cosa parlare, non lo si nota, ma ci sono comunque riusciti prendendo caratteristiche normali e trasformandole in punti memorabili e specifici. Per esempio Repubblica si è stupita del fatto che cammini; si tratta di 600 metri, ma per la Repubblica si tratta di una maratona. Lo descrive ansimante, sfinito dopo la camminata.

Altri hanno descritto la casa della figlia: le finestre hanno le tende, la televisione è rettangolare, ci sono tavoli, sedie, in un pezzo di 90 righe.

Concita De Gregorio ha fatto un pezzo in cui leccava fronte-retro Renzi e Mattarella, definendoli capolavori, Picasso, non sudano e raramente fumano.

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Descrive l’elezione di Mattarella come un’impresa epica che finisce con il Presidente che entra in una Panda; leggendo tutto ciò con la voce nasale sembra di assistere ad un documentario Luce.

Concludo con un caso di leccaculismo gratuito; di solito si fa per un tornaconto, ma ci sono anche quelli che lo fanno senza ricevere nulla. I leccaculo leccano solo lo stesso per tutta la vita, i leccaculi ne leccano tanti, addirittura in anticipo rispetto alla presa di potere.

Quello che vi leggo ora è un caso di leccaculismo gratuito: stiamo parlando di un leccamorto.

Muore Andreotti e Renato Farina si reca nella sua camera ardente per una preghiera sulla salma e così scrive su Tempi: “Nella camera ardente il volto di Andreotti è roseo, riposato. Non è mai stato così bello, il profilo è quello di un capo Sioux addormentato.” Poi parla di una luce che Farina ha visto negli occhi di Andreotti e conclude “ho notato che la famosa gobba non c’è più o forse è nascosta”.

Leggendo queste cose sui giornali non ci si fa nemmeno più caso; come si fa a dire che è bello e roseo? Che la gobba sparisce?

Ho tratto anche un recital a teatro e una signora mi ha detto che ora non riuscirà più a leggere i giornali con gli stessi occhi.

Questo deve succedere, bisogna chiedere un servizio migliore, sapere le verità nascoste sul potere, così la prossima volta ci liberiamo un pò prima dei governanti scarsi.

Bisogna diventare tutti soggetti attivi, e così non ce ne sarà per nessuno.

Buonanotte.

Il caos onirico di Vincent Bourilhon

10881677_970233016338837_9121511718922232193_n Nella maggior parte dei casi è difficile trovare un fotografo in grado di catturare l’attenzione dello spettatore in modo rapido e conciso. Non è sicuramente questo il caso di un artista molto entusiasmante e fuori dalle righe, Vincent Bourilhon. Parigino, sin dall’età di sedici anni ha cominciato una sperimentazione fotografica che lo ha portato a lavorare anche in ambito cinematografico. Per definire il suo lavoro possiamo utilizzare tre parole chiave: la poesia, l’onirismo e, mi sentirei di aggiungere, il caos. I suoi soggetti si trovano sempre in una condizione di irrealtà in cui si sentono nulla rispetto a ciò che li circonda. Sono spaesati e vagano alla ricerca di un qualcosa che, alla fine, riescono a trovare soltanto nella loro immaginazione e, quindi, nel sogno. Continua a leggere Il caos onirico di Vincent Bourilhon

Blue singers

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Furono le “Blue singers” a portare il blues al successo: da genere puramente dilettantistico suonato tra le piantagioni del Mississipi,  il blues si sposta dalle campagne in città e diventa un genere del tutto diverso. Per la prima volta il blues è performance, spettacolo, varietà e a dargli la sua giusta importanza sono le cantanti donne accompagnate da orchestrine jazz di tutto rispetto.

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Sebastian Luczywo, il Wes Anderson della fotografia.

https://i2.wp.com/ragazine.cc/wp-content/uploads/2013/04/herons.jpg?resize=287%2C287Eccoci di nuovo, anche se con un pò di ritardo, a parlare di fotografia e di fotografi interessanti. Oggi voglio parlarvi di un fotografo che ho conosciuto praticamente per caso. Stavo spulciando tra i vari blog fotografici sul web, quando mi sono capitate davanti delle opere di un’artista contemporaneo polacco molto interessanti e significative: il suo nome è Sebastian Luczywo.

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[BlueStorieS] L’anima rubata: Robert Johnson e la sua musica

“Morì nel mistero: qualcuno ricorda che fu pugnalato, altri che fu avvelenato; che morì in ginocchio, sulle sue mani, abbaiando come un cane; che la sua morte aveva qualcosa a che fare con la magia nera.”

Greil Marcus

robert-johnsonDopo un’attenta e accurata descrizione del Blues delle origini e del Delta del Mississippi, possiamo raccontarvi una leggenda inquietante ma allo stesso tempo colma di significati e rimandi: stiamo parlando di Robert Johnson, l’archetipo dell’artista maledetto, l’uomo a cui il diavolo ha donato la chitarra e rubato l’anima, colui che ha “inaugurato” il cosiddetto Club 27 (il gruppo dei grandi artisti scomparsi a soli 27 anni). Robert Leroy Johnson nasce a Hazlehurst, l’ 8 maggio del 1911 e fece parte della scena musicale blues sorta nel delta del Mississippi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.

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[PhotoWaste] Rodney Smith, il fotografo del sogno.

Salve a tutti i lettori del blog di Radio Collective Waste. Questa recensione inaugura una nuova sezione del blog che tratterà di fotografia e, conseguentemente, dei più grandi fotografi di tutti i tempi. Colgo l’occasione, inoltre, per ringraziare tutti i componenti di Radio Collective Waste che mi hanno dato la possibilità di far parte di questo spettacolare progetto.

Fatta questa premessa, inizierei subito a parlarvi di uno dei fotografi più importanti del panorama artistico della seconda metà del Novecento: Rodney Smith. Se osserviamo le sue opere possiamo ben capire che ci troviamo in pieno surrealismo fotografico.

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[BlueStorieS] Il blues – Le origini

Il blues è prima di tutto un sentimento, una conoscenza sensoriale, un’entità non una teoria, in cui il sentimento è la forma e il viceversa. Blues è il passato, l’andato, tutto ciò che è stato espresso e l’espressivo, l’esperienza andata, l’ignoto che verrà e ogni cosa al di fuori del tempo.
Amiri Baraka, Il popolo del Blues

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Fig. 1 – Lavoro nei campi di cotone. (1890)

“To have a blue devil’s”, avere i diavoli blu… con questa frase di origine vittoriana si identificava uno stato d’animo, un malessere nei confronti della vita, un sentimento.
Il blues identifica la tradizione musicale che più ha caratterizzato lo status e la cultura delle popolazioni nere americane.

È difficile stabilire una data esatta dell’origine del blues ma si può tracciare un periodo storico: probabilmente iniziò a circolare negli Stati Uniti d’America tra l’ultima decade del 1800 e i primi anni del 1900.

Il luogo di origine era il Sud, nel Delta del Mississippi, una vasta piana alluvionale che sorge alla confluenza di due fiumi: il Mississippi e lo Yazoo. Era questa una terra fertilissima che produsse dall’inizio del diciannovesimo secolo grandi quantità di cotone alla cui raccolta fu destinato un numero enorme di schiavi che per alleggerire la fatica e comunicare tra loro, iniziarono a cantare i propri sentimenti.

“John the revelator” è un canto tradizionale, una delle canzoni più influenti per tutti gli artisti blues. Blind Willie Johnson registrò “John the Revelator” nel 1930. Successivamente una serie di artisti registrarono le loro interpretazioni della canzone, spesso con variazioni di versi e musica tra cui appunto Son House con la versione che qui vi propongo. Il titolo della canzone si riferisce all’apostolo Giovanni, autore del “Libro della Rivelazione” e cita alcuni passi della Bibbia.