In questa selezione di ascolti voglio raccogliere la strana selezione che ho operato, con ben poca metodologia in realtà, per mettere insieme una playlist lunga, da utilizzare per un ascolto leggero ma costante.
Vien da sé che buona parte è musica ambient, nel caso specifico dark ambient, mentre altra è musica elettronica sperimentale, da IDM a techno, ma sempre orientata ad un ascolto poco abrasivo. A questo ho aggiunto una spruzzata di post rock e black. Il tutto da ascoltare rigorosamente in shuffle. A voi.
Questo 2020 è andato malaccio, non solo per il nostro collettivo che si è arenato in una secca quando la marea del tempo sociale si è ritirata.
Manteniamo comunque la tradizione della top 10 e speriamo di riprendere una rotta nell’anno venturo. Come sempre gli album sono riportati in ordine sparso (non è una classifica), e vi invito a scriverci e linkarci le vostre personali top 10.
La nuova stagione fatica ad arrivare, due brutte sigle (COVID e SIAE) ci hanno abbattuto. Ma come sempre qualcosa, in qualche modo, cambierà. Intanto io allego surrettiziamente questi ascolti metallici di album usciti di recente:
Anaal Nathrakh – Endarkenment (extreme, UK, 2020)
L’uscita che ho accolto con più felicità degli ultimi mesi. Non tanto per l’aspettativa quanto per la sua irruenza. Si conferma lo stile meno ermetico delle vocals già avviato in A New Kind Of Horror, e nel complesso impattante senza nessun compromesso. Traccia preferita: Beyond Words.
Behemoth – In Absentia Dei Director’s Cut (Live, black, POL, 2020)
Non servono presentazioni, mi basta spingere un attimo sul pedale dell’hype (si può avere hype per un evento passato?). La formazione cult del black contemporaneo ha ideato questo live in streaming assolutamente eccezionale, ovviamente pieno di performance esoteriche e di tutti i loro migliori brani. Non adatto ai deboli di cuore.
Marilyn Manson – We Are Chaos (2020)
Il nuovo disco di MM lascia insoddisfatti chi non aveva seguito la sua discografia degli ultimi anni. Tutti gli altri hanno ormai fatto il callo a cercare i brani buoni e a mettere in controluce le sue produzioni. Per chi va di fretta: We Are Chaos, Half-Way and one Step Forward, Broken Needle. Tutto sommato risulta un album gradevole anche se senza piacevoli sorprese, che ci fa accettare questa fase di maturità produttiva.
Enslaved – Utgard (prog black, NOR, 2020)
Questo è il tipico album che a recensirlo a pelle si sbaglia sicuro, quindi non lo faccio.
Il post-rock degli anni ’00 e ’10 non è ancora morto. Si è molto trasferito in altri generi come il post-metal e si è molto elettronicizzato verso vibrazioni pop, ma questo nuovo album dei Caspian uscito a Gennaio 2020 riesce ad emozionare come i migliori Explosions in the Sky e God is an Astronaut.
Mi ha stupito leggerne così poco oltre i soliti annunci di release date, come se il disco lasciasse indifferenti. In realtà è un album che si ascolta con tutto il trasporto e la profondità estetica che questo genere può regalare, e dispiace che non sia arrivato poi così tanto come avrebbe dovuto.
Questo disco nella seconda decade del millennio, e in questo caos, è una cosa bella.
Gli australiani non stanno sbagliando un colpo e le alte aspettative sono rispettate con questo nuovo disco che segue bene la scia del suo predecessore. Pezzi memorabili e una progressione tra le tracce ben calibrata che soddisfa anche gli orecchi più melodici ed esigenti. Da ascoltare.
Protest The Hero – Palimpsest (prog, CA 2020)
Una nuova uscita della band canadese è stata una piacevolissima sorpresa, e ancora di più lo è stato godersi il disco a ripetizione senza notare nemmeno una grinza nella qualità tirata fuori in Volition nell’ormai lontano 2013. Un album non sono interessante musicalmente nel panorama del prog di quest’anno (come il collega di cui sopra) ma anche impegnato in temi politici e psicologici. Il ritmo delle tracce è spinto, incalzante, assuefacente. L’energia hardcore non è andato persa ma si fonde al prog nel loro stile unico e riconoscibile.
Kanaan – Odense Sessions (psych, NOR 2020)
Una bella scoperta (grazie a Leo Durruti) questo trio di Oslo che si cimenta in un’impro psichedelica che ti trascina come un’onda. Da ascoltare in un momento di relax.
Condividiamo una selezione dei titoli alt/metalcore ricevuta da Mirko Gatti (MkGt Music, Deshody), che ringraziamo. Da ascoltare per esplorare una particolare branca del metal più contemporaneo di estrazione soprattutto statunitense. Preparate l’headbang!
Mi dolgo di non aver fatto la rassegna di questo campionario nel 2018 sul blog (ma l’ho fatto nei podcast, da qualche parte). In ogni caso rimedio ora, scorrendo i 26 brani del 2019 ora che un anno è appena finito e un nuovo anno è appena cominciato: un anno in più per sognare, per amare, per Radio Collective Waste (cit.).
Torche – Admission * Dall’album omonimo, con vibrazioni molto piacevolmente simili ai newyorkesi A Place To Bury Strangers, con un tocco di melodia rock in più.
Red Fang – Antidote * Scopro che il gruppo stoner ha prodotto un gioco mobile dove devi fare headbang per giocare. Penso non serva dire altro.
Gatecreeper – From The Ashes Da Deserted, si passa qui al death groovoso e ritmico. Piacevole ma un po’ stantio.
Full Of Hell – Burning Myrrh Si scatena l’inferno. Extreme metal brutale simile a certi Anaal Nathrakh. Questo brano dimostra di saper calibrare bene la violenza, ma lascia la pulce nell’orecchio per l’intero album, Weeping Choir.
Monolord – The Last Leaf * Messi meritatamente al primo posto di The Obelisk per lo stoner 2019 questa formazione dimostra la loro padronanza del genere in No Comfort fin dalle sue radici. Questo campionario mi e ci fa da paracadute per molte band che sfuggono durante l’anno, ma in questo caso ringrazio anche Leo Durruti che è arrivato prima.
Ceremony – Turn Away The Bad Thing Con una copertina colorata e un album che si chiama “In the Spirit World Now!“, questa outfit ricalca new wave e in qualche modo il post-punk degli anni che furono, non senza originalità.
Exhumed – Ravenous Cadavers Death iper-aggressivo con anche una punta di grunt di cui personalmente non sono un fan. Anche questa nuova fatica del gruppo che supera i 20 anni di carriera non emerge.
Inter Arma – Citadel Anche come uno dei nomi più quotati dell’anno non riescono a entusiasmare. Comunque è un doom carico e duro, ben prodotto, con forse qualche sorpresina nelle pieghe dell’album Sulphur English.
Devil Master – Black Flame Candle Heavy metal classico, con un’infusione di black qua e là, specie nella voce. Interessante lettura del genere.
Candy – Super Stare Un metal dal sapore degli anni ’00, decisamente thrash, con però delle voci più contemporanee e dei tratti di produzione piuttosto audaci.
Devourment – Cognitive Sedation Butchery Brutalità grugnante e slammante, for maniacs only.
Coffins – Forgotten Cemetary Da Beyond The Circular Demise death senza fronzoli e con qualche velleità doom, del quale non riesco ad apprezzare la voce ibrida e camuffata.
Ringworm – Death Becomes My Voice * Brano da disco omonimo con una bella intro d’esperienza, che apre ad un hardcore/deathcore ben fatto.
Pinkish Black – Concept Unification * Psichedelico e contemplativo, esplora l’oscurità con gli strumenti degli Om e degli Swans.
Cherubs – Sooey Pig “The noisiest pop music on the planet”. È senz’altro heavy rock, con una voce che ha trovato il suo posto nel mondo e dei riff stoner che non passano inosservati. L’album è Immaculada High.
Victims – The Horse And The Sparrow Theory * Hardcore crust-punk che ha accelerato 2x il doom e ha l’influenza del suo miglior mood.
Zonal – System Error Duo elettronico di Justin Broadrick (Godflesh, Jesu) e Kevin Martin (The Bug, Mind Midas Sound), è un enigmatico mix di Death Grips e industrial. L’album è Wrecked.
Steve Moore – The Bite OST del film Bliss, ingiudicabile da un solo brano. È comunque un pezzo progressivo e ambientale, fortemente elettronico.
Obituary – A Dying World Primo singolo dopo l’album self-titled del 2017, non mostra segni di cambiamento (nel bene e nel male).
Integrity – All Death Is Mine Modern metal, aggressivo e con vocals interessanti. Trattasi di un singolo, quindi conta poco più di un trailer.
Author and Punisher – A Crude Sectioning * Produzione industrial elettronica dal gusto molto contemporaneo con l’aggiunta di note doom e harsh notevoli.
Nothing – Heavy Water / I’d Rather Be Sleeping Ancora un noise rock, stavolta leggero ma sferzante come una brezza fredda. Ottimo per una OST.
Mammoth Grinder – Lunar Mass Ci svegliamo con extreme metal tanto forte quanto anonimo.
Outer Heaven – Cryptic Visions In Pennsylvania pestano pesante ma sono ben ispirati da un sound strutturato e più di qualche reminescenza. Buona produzione.
Incantation – The Ibex Moon Ancora death brutale rimaneggiato, dalla reissue di Upon The Throne of Apocalypse. È memorabile solo il cover artwork di Wes Benscoter (Slayer, Nile, Cattle Decapitation).
Merzbow – Woodpecker #1 * Sono pieno di gioia nel vedere chiudere il campionario a questa leggenda del noise giapponese. Registrato in presa diretta senza postproduzione e rimasterizzato dal produttore di Isis (R.I.P) e Electic Wizard Plotikin nel disco Pulse Daemon. Il suono grezzo del noise si sposa benissimo col gusto del metal, e spero di vedere in questo 2020 più collaborazioni tra i due generi.
I brani contrassegnati da * sono quelli di cui si consiglia l’ascolto e l’approfondimento.
Non c’è Dicembre senza top 10 a chiudere l’anno con la raccolta degli album che meglio hanno riempito i miei ascolti. Includo solo dischi usciti nel 2019, in ordine sparso e senza velleità di recensione, selezionati in base ad un mix tra merito oggettivo e apprezzamento personale. Mi unisco da anni (dal 2013!) a questa tradizione ormai affermata tra gli appassionati, perché è bello confrontare i gusti e tirare le somme dell’anno che va a terminare. Quando e se volete commentate e linkate la vostra personale classifica qui sotto.
Fontaines DC – Dogrel
King Gizzard And The Lizard Wizard – Infest the Rats’ Nest