Gummo è il secondo film del regista e sceneggiatore Harmony Korine, ambientato nella città di Xenia, in Ohio, devastata dal passaggio del tornado chiamato proprio Gummo (fatto realmente accaduto negli anni ’70). Questa condizione è sfruttata per creare una dimensione post-apocalittica, desolata, nichilista, grottesca.
Il film è una panoramica poco sequenziale e collegata sulle vite di adolescenti che si ritrovano a vagabondare e cincischiare per cercare un senso alle loro noiose e vuote giornate. I fatti, le azioni, gli atteggiamenti dei protagonisti (quasi tutti non professionisti) sono carichi di quell’estetica grottesca, “weird”, violenta ma insieme profonda. Si può accostare ai sentimenti complessi adolescenziali esposti da Van Sant e alla violenza ed esplicitazione delle componenti “umane troppo umane” di Von Trier. Qualche elemento Lynchiano si può anche trovare, come il muto ragazzo con le orecchie da coniglio rosa.
Il regista ha fatto di tutto per rendere bene tutte queste caratteristiche, dalla fotografia alla colonna sonora, con anche presenze heavy metal ben scelte, come Bathory, Sleep, Burzum (dato che Rundgang un Die Transzendentale Säule Der Singularität è il pezzo più individual-apocalittico della storia).
Nel complesso Gummo è un film che per quanto non sia stato granché ben visto dalla critica è un colpo sicuro per gli estimatori del genere.