“Alas I stand at the threshold of dimension
The macrocosm has revealed itself as a towering serpent spire
The past has shattered…aeons subsist only in countless shards
The myriad cast of the vale; a thousandfold reflection”
Tracklist:
1. “Birth and Death of the Pillars of Creation” 10:28
2. “(serpens caput)” 3:06
3. “The Astral Dialogue” 5:11
4. “Dark Matter Gods” 8:36
5. “Celestial Effigy” 6:59
6. “Cor Serpentis (The Sphere)” 2:58
7. “Vales Beyond Dimension” 6:48
8. “Plateau of the Ages” 12:26
9. “(serpens cauda)” 3:12
Con The Serpent & The Sphere gli Agalloch ci trascinano in un viaggio extradimensionale, scivolando sul dorso di un serpente cosmico.
La copertina e la tracklist di questo album sono di per sé stesse molto esplicative. L’andamento del disco è intervallato da tre brani dal solo sottotitolo, in latino, che percorrono la linearità e la ciclicità del serpente. All’interno c’è un contenuto astrale, immateriale, mistico. Musicalmente hanno mantenuto lo stile dei precedenti album: melodico-acustico, neofolk, tutto nell’ambito del black metal, eterogeneità che è loro punto di forza. Una critica che potrebbe venire in mente è la poca complessità strumentale, specie nei brani più lunghi. Ma per ricredersi basta pensare al fatto che i pezzi hanno titolo Plateau of the Ages o Birth and Death of the Pillars of Creation. È ovvio che ci sia distensione, e non contrazione. L’intero album vuole essere scorrevole, viabile. Come anche in album precedenti, penso ai bellissimi The Mantle e Ashes Against the Grain, c’è una vena post-metal. Qui però, complice anche la maggiore maturità del genere, questa vena sembra meglio esposta nelle sue sfaccettature. Nel complesso è un album che come tutti gli ottimi album si può ascoltare e riascoltare, viaggiando ed emergendo verso universi superiori.
https://www.youtube.com/watch?v=qSqZnpPm72g