Kwoon – When The Flowers Were Singing (2009)

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Finalmente mi trovo a parlare dei Kwoon, gruppo post-rock parigino, nati nel 2006, anno del loro primo album autoprodotto Tales and Dreams. Vengono messi in relazione con i Sigur Ros, gli Explosions in the Sky e i Godspeed You! Black Emperor. Dopo tre anni iniziano a girare l’Europa per partecipare a Festival e cominciano ad organizzare tour. Personalmente apprezzo molto la loro scelta di fare Post-Rock cantato, senza però rendere le voci invasive.

L’album si compone di 10 tracce, di lunghezza molto variabile.

Overture ci introduce all’interno del mondo creato dal gruppo, con una chitarra che ci ricorda pesantemente gli Explosions in the Sky, mentre batteria e basso scandiscono il tempo.

Great Escape inizia con suoni quasi da carillon, con voce e violoncello che portano avanti la canzone, quasi fossero un unico strumento.  Il tutto rimane su un tono abbastanza cupo, anche quando interviene la female vocalist, fino a sfociare al minuto 3:40 in un tripudio di post-rock puro, quasi più speranzoso e spensierato.

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Frozen Bird è un pezzo molto lento, con un intreccio interessante di voci intorno al minuto 4:15, che ci porta al “singolo” dell’album (le virgolette non sono lì per caso, non si può parlare di singoli con i Kwoon, tranne “Living on the Moon”.  Il brano (When the flowers were singing) è puramente strumentale, riportando alla mente momenti di “Day eight” degli Explosions in the Sky.

Memories of a Commander si apre con tutta la malinconia del caso, voce e violoncello che si inseguono, accompagnati da una chitarra appena accennata ma sempre presente, in pieno stile Kwoon.

Arriviamo dunque al pezzo che mi ha convinto di più all’interno dell’album: ‘Schizophrenic‘. Semplicemente perfetto – un distillato di tutti i migliori elementi delle canzoni fino a questo punto, completo di un climax scintillante che provoca pelle d’oca, grazie alla travolgente emozione e dolente melodia.

Kwoon -- When-the-flowers-were-singing -- cover

Back from the deep” è una traccia strumentale inquietante che scivola dolcemente dagli altoparlanti, ‘Labirinth of Wrinch’ è emotivamente straziante e bellissima in contemporanea grazie al duetto delle voci soliste che aggiungono una profondità reale alla canzone, portando stralci di sensazioni degli Anathema.

La traccia finale (prima della misteriosa Untitled, credo sia una ghost track ma non potrei giurarlo, possedendo io la versione digitale dell’album) ‘Ayron Norya‘ va avanti per più di tre minuti prima che la batteria annunci la propria presenza. Lunga ma mai noiosa, esplode sul finale in rumore multi-strutturato simile alla apertura dell’album: un finale ipnotico ed eccezionale per un album che è grande, ambizioso e completamente brillante.

Come già detto, alla fine troviamo “Untitled”, traccia in cui possiamo trovare rumori ambientali molto forti, quali tempeste, vento e sussurri che si perdono all’interno della confusione generale.

Nel complesso i Kwoon offrono un’esperienza emozionale quasi senza rivali; questo mi fa sempre riflettere sul fatto che gruppi sconosciuti come loro siano in grado di provocare emozioni forti, ma non riescono a riscuotere il successo che si meritano, mentre vanno avanti solo gruppi che si amalgamano alla totalità dell’ambiente musicale (o quasi, alcuni esempi lampanti di gruppi meritevoli che hanno “sfondato” nel mondo della musica li troviamo ogni giorno).

La melodia è in scala epica, eppure sobria al tempo stesso. Un album che merita di essere enorme, che si erge molto al di sopra di altri gruppi che pretendono di offrire un’esperienza simile. Bello, coinvolgente ed originale; per me questa è un’opera d’arte.

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