Questo album è stato pubblicato nei primi mesi del 2016 e già è un ottimo candidato per la top 10 di quest’anno.
I Polyphia sono al loro secondo album in studio e hanno fatto già con Muse nel 2014 un metal strumentale con i tratti di quel progressive contemporaneo “new wave”: molto tecnico e dai suoni morbidi. Già prima erano stati notati dal loro EP Inspire e subito inseriti nella cerchia del nuovo progressive americano con Periphery, Between the Buried and Me, Animals as Leaders etc.
Con Renaissance hanno continuato sulla stessa linea, dando senso a questo titolo: il suono è insieme classico, armonico e moderno, innovativo.
L’ascolto è luminoso, instilla positività con linee melodiche indimenticabili (Light, Nightmare, Amour) e qualche intro elettronica a spezzare il tripudio di chitarre.
La band di Dallas, Texas, essendo prettamente strumentale studia bene i suoi suoni e si inserisce in modo esemplare nel panorama del rock/metal “di nuova generazione”.
Una fruizione profonda delle composizioni lascia ipnotizzati nel seguire con l’orecchio ciò che esce da soli 3 strumenti.
Lo spettacolo moderno del metal strumentale.
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