Scienziati studiano cose
tra quelle cose ci siamo anche noi.
Queste parole racchiudono un po’ tutto l’indie. Cose banali, che dette con una certa empatia riescono a colpire.
Questo punto è quello che porta i Sick Tamburo ad essere accomunati con l’ondata indie italiana. Ma ha solo questo punto in comune (ah no, anche il feat con Motta).
Tutto il resto è cinica e edgy lirica di vita, frammenti per chi ha sufficiente senso di autocritica e apertura mentale per avvicinarsi alle stranezze e alle paranoie psico-romantico-sensuali di giovani uomini e donne.
Prospettiva maschile e femminile si intrecciano e non parlano nè al mainstream nè all’altstream, tanto sono personali.
La musicalità mutuata dalla precedente vita nei Prozac + è ormai una cifra stilistica affermata, forte nelle percussioni sintetiche e nel ritornello.
A ognuno l’indie che merita.
Per me niente Calcutta; altro Sick Tamburo, grazie.