Ihsahn – Ámr (2018)

Si era già fatto notare, anche se un po’ in sordina, nel 2016 con Arktis il progetto norvegese Ihsahn, one man band di Vegard Sverre Tveitan che ha deciso di cambiare leggermente angolazione rispetto ai ritmi di vocazione progressiva e avant-garde, pur rimanendo fedele al metal moderno e ispirato.

Questo Ámr è pieno di ritmi dritti e parole chiare, come una vera raccolta di canzoni. La forma canzone è relativamente standard, e include dei bei soli e sequenze con un scream ben calibrato vocalmente, anche se è il clean singing che si prende spesso la scena.
I temi sono prettamente metal: distruzione, inesorabilità in una visione apocalittica e individuale.

Il lato interessante di questo album è però la naturalezza con cui il metal, anche duro, si mescola elegantemente con un rock piacevolmente melodico.
Brani come Wake e Twin Black Angels sono radicalmente diversi, ma chiaramente accomunati dallo stesso codice genetico.

Questo album si può dire ambasciatore di quella formula di equilibrio che si è trovata nel nord europa nell’edulcorare i tratti distintivi del metal degli ultimi decenni verso una più gradevole e orecchiabile alchimia rock.
I brani di questa raccolta possono piacere al primo ascolto anche ad un pubblico che normalmente non gradisce i blocchi di granito grezzo cui spesso assomigliano molti album di metal, dal progressive al death.
Ma qui tutti gli angoli sono stati smussati e la superficie levigata.

Missione compiuta? Sicuramente sì.
Piacerà? Vedremo.

 

 

Pubblicato da

Manuel D'Orso

Nel collettivo dal 2013, INTJ, appassionato di metal e musica sperimentale.

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