Non dobbiamo volere artificiali pulsazioni di bellezza, frecce finemente lavorate che vengono scoccate attraverso quella precisa estetica per colpire il centro del bersaglio, che è il nostro ego.
Guardare, respirare, sentire le foglie cadere.
Non c’è niente di bello, e non c’è niente e basta. È il nostro cuore crudo, senza sovrastrutture, battente non esprimente altro se non frenetica attesa .