Botanist è una one-man-band che, come si può evincere dal titolo, è al suo sesto album. Si tratta di black metal sperimentale, che non usa sangue e riferimenti satanisti ma solo estetica vegetale, bio, verde.
L’estetica delle foglie intricate, l’alchimia della mandragora, la carnalità della natura nella sua forma più immediata.
Rispetto alle precedenti produzioni questo album è passato attraverso un raffinamento, anche se lascia ancora spazio per altro lavoro (le vocals sono eccessivamente “coperte”, per esempio). Album da 40 minuti con alti e bassi, ma che si trova pur sempre in un contesto particolare e nuovo.
La musicalità viene dal (molto citato) post-black metal, o atmospheric black, genere che sempre di più trovo introduttivo ad una branchia della musica poco esplorata, solcata ancora da (sembra) pochi avventori.
Complimenti e tanti auguri al botanico del metal, sciamano moderno accerchiato da rami, steli e fiori, di cui lui solo sente l’aura.