Ammetto le mie colpe.
Ho sempre e solo sentito Don’t Fear The Reaper dei Blue Öyster Cult, considerandola un capolavoro ma non andando mai ad approfondire il gruppo dietro al brano.
Una sera decido di ascoltare un loro album per intero, scegliendo Heaven Forbid, del 1998. Appena parte la prima canzone (See you in black) vado a ricontrollare il player, convinto di aver fatto partire un altro album. Verificato che si trattava effettivamente dei BÖC mi sono immediatamente pentito di non averli ascoltati prima, ma non è mai troppo tardi per cominciare a farlo.
See you in black vede un ritmo suddiviso in terzine che si trasforma subito in heavy metal; il brano successivo, Harvest Moon, mi ha immediatamente riportato alla mente lo stile dei BÖC ai tempi di Don’t Fear The Reaper, ma dopo un attimo interviene la chitarra solista ed il ritmo si fa più incalzante, arrivando a creare quello che per me si può definire Progressive.
Power Underneath Despair incomincia con uno stile epico, accelerando verso la fine e accompagnandoci verso un pezzo che sembra iniziare in pieno stile PFM, X-Ray Eyes.
Hammer Back ci quasi prepara con il suo procedere lento ma costante ad ascoltare il pezzo più particolare dell’album (secondo me): Damaged. Questo brano si presenta molto funky e con un tema interessante, le relazioni sociali distrutte dall’uso di droga.
In Cold Gray Light Of Dawn mi sembra quasi di sentire qualche traccia di Angra, mentre nella successiva Real World la chitarra acustica accompagna tutto il pezzo.
Live For Me è melodica, tratta di un incidente stradale in cui un ragazzo finisce per perdere la vita, ma prima di morire dice al fratello di vivere per lui.
In Still Burnin il doppio pedale si affaccia molto frequentemente, mentre l’ultimo pezzo, In Thee, è semi-acustico e per me abbastanza dimenticabile.
In sintesi: sto ascoltando anche i loro album più vecchiotti e forse questo non è il migliore, ma comunque Heaven Forbid contiene pezzi interessanti e mai banali.
Non lasciatevelo scappare!