Franco D’Andrea “New Things” + Gemma Sugrue & the Julien Colarossi Quartet @ Atina Jazz 2019

È tornata la qualità ad Atina Jazz. Ci tengo a dirlo perché credo ci sia stata una certa perdita di pubblico negli ultimi anni, che ora merita di essere recuperata dall’evento jazzistico della Valcomino.

L’apertura è stata affidata al quartetto di Julien Colarossi (ITA), chitarrista jazz giovane, come tutta la formazione, ma con esperienze live internazionali. La voce è di Gemma Sugrue (IRL), con il quale il quartetto (piano, contrabbasso, chitarra, batteria) non ha tardato ha dare prova del proprio talento.

Performance gradevole e scorrevole, dalle notevoli capacità compositive e liriche, nella quale il jazz veniva su bene dagli strumenti e si mescolava al tocco pop della cantante.
Risultato tiepido ma probabilmente calcolato per non appensantire l’ascolto della prima serata. Scrivo calcolato perché l’exploit finale dedicato a Joni Mitchell ha lasciato inequivocabilmente pensare che i presupposti compositivi e tecnici per uno spettacolo a pieno carico jazz ci fossero appieno, ma siano stati messi da parte per prediligere un’esperienza che accontentasse tutti.

Franco D’Andrea è un nome più che conosciuto nel mondo jazz italiano, ma per chi gradisse presentazioni bastano i numeri delle sue produzioni (160) e dei premi (20 Top Jazz in carriera). La formazione in trio con il suo piano, chitarra e tromba ha offerto oltre un’ora di improvvisazione jazz di altissima qualità. Mirko Cisilino ha fatto un uso camaleontico della tromba, alterando frequentemente il suono dello strumento con vari tipi di sordina fornendo all’ottone, spesso in primo piano, un colore sempre gradiente e mai ripetitivo.
Enrico Terragnoli con chitarra ed elettronica ha dato la cifra sperimentale al sound complessivo, con effetti ed elettronica che hanno contribuito ad un soundscape che stacca dalla tradizionale impronta jazz live. C’è grande bisogno di inserire questi ed altri contributi sonori nel jazz (prestiti dal free ce ne sarebbero a bizzeffe) per dare carattere e far restare appiccicata l’esperienza d’ascolto.
D’Andrea, ça va sans dire, ha dato prova di estrema maestria, e con le prime 2 note mi ha fatto immediatamente ripensare al mio personale pregiudizio sul piano jazz. Niente sbrodolamenti, niente occhiolini, niente ninna nanne. Tra loro sincronia e intesa vincenti.

Tutto bene sotto la luna di Atina Jazz (scelte grafiche a parte).
I prossimi appuntamenti vedranno tra i nomi più conosciuti Bowland, Enrico Rava (in tour speciale per i suoi 80 anni) e Giovanni Guidi.

Pubblicato da

Manuel D'Orso

Nel collettivo dal 2013, INTJ, appassionato di metal e musica sperimentale.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.