Parlare di Lou reed non è cosa semplice, è uno di quei personaggi che ha radicalmente cambiato la storia della musica nella sua epoca.
Abbiamo deciso di dedicare uno speciale su Lou Reed, trasmesso dalla nostra web radio in occasione della scomparsa del musicista il 27 ottobre del 2013. Ed è proprio grazie alla radio che Lou Reed si avvicinò alla musica.
Nel 1961 condusse un programma radiofonico notturno alla stazione radio WAER chiamato Excursions On A Wobbly Rail e trasmetteva doo wop, rhythm and blues e jazz. Iniziò a suonare in piccoli gruppi con dei suoi amici e nel 1964 iniziò a lavorare per una piccola etichetta statunitense la Pickwick Records. Il gruppo che lo portò al successo nel 1966 furono i Velvet Undergroud. Il primo disco Velvet underground & Nico è stato registrato in soli 2 giorni. Ma non ebbe un gran successo all’epoca nonostante il produttore fosse Andy Warhol. La grandezza stava però nei temi trattati, una vera rarità per l’epoca. Tutti però oggi abbiamo impresso nelle nostre menti l’immagine della copertina: una grande banana gialla disegnata dallo stesso Warhol. L’associazione ad un oggetto fallico è scontata ma la banana rappresenta forse il disco stesso, bisogna sbucciarlo un po’ alla volta fino ad addentrarsi nel suo interno.
Un altro album da ricordare tra la sua immensa discografia è Trasformer, secondo di Lou Reed da solista del 1972 pubblicato dalla RCA e prodotto da David Bowie. Il disco contiene tra i più celebri brani di Lou Reed e le tematiche si riferiscono direttamente alla vita dei Gay e al travestitismo. Un disco shock e rivoluzionario per il linguaggio usato. È la testimonianza del modo di vivere negli anni ’70. Anche per questo album abbiamo in qualche modo una banana sulla copertina: sul retro vi è riportato un uomo a cui infilarono ironicamente una banana nei pantaloni per simulare un’erezione. L’edizione italiana censurava questa immagine aggiungendo una fascia dorata su cui scrissero nome e cognome di musicisti e produttori dell’album. La canzone più celebre dell’album e dell’intera discografia di Lou Reed è sicuramente “Walk On The Wild Side”, un giro sul lato selvaggio. Il testo parla della vita nella Factory di Andy Warhol, dei suoi personaggi trasgressivi e sessualmente ambigui che circolavano nell’ambiente dell’artista. Lou Reed svela il mondo sommerso di una New York trasgressiva, malata, viziosa e perduta; mostra il lato oscuro delle cose con assoluta chiarezza senza alcuna pretesa di giudicare ma inducendo a riflettere, ad aprire la mente, a scoprire che vi sono altri mondi che non combaciano con la nostra realtà.
Questo è il testo tradotto:
Holly viene da Miami in autostop attraverso gli USA
sfoltendo le sue sopracciglia per strada
depilandosi le gambe lui diventò lei
Lei disse, hei dolcezza Fatti un giro nella zona selvaggia
Candy viene dall’isola
Nella camera sul retro lei era la ragazza di tutti
ma non ha mai perso la testa neanche quando faceva pompini
il Piccolo Joe non l’ha mai dato via gratis
tutti devono pagare e pagare
Una botta qui e una botta là
NY city é il luogo dove dicono, Hey bambino
Fatti un giro nella zona selvaggia
Sugar Plum Fairy é venuto e batte le strade
cercando cibo per l’anima e un posto dove mangiare
é andato da Apollo
avresti dovuto vederlo come ci dava dentro
Jackie é completamente fatta
per un giorno pensava di essere James Dean
allora ho capito che presto si sarebbe schiantata
il Valium l’avrebbe aiutata
Diceva, Hey bambino
Fatti un giro nella zona selvaggia
Lou Reed lascia in eredità tanti messaggi di un mondo in cui colui che è “anormale” è più normale di molti altri. La sua musica lascerà per sempre una traccia indelebile in ognuno di noi e agli scettici lasciamo un messaggio: fatevi un giro nella zona selvaggia!!
Emilio Quaglieri, Joseph di Rezze