Vi informo che il post-black metal è vivo. Come in “It’s Alive!”. Come Frankenstein Junior, ha preso vita come assemblaggio di arti e organi dopo folli esperimenti ed è ora saldo sulle sue gambe.
Molte band in giro per il mondo hanno apprezzato questa innovazione, tra queste sicuramente i neozelandesi Súl ad Astral.
Un album, Afterglow, esempio dello status del genere ad oggi. A partire dall’estetica: copertina. titolo (torna sempre il riferimento ad una luce nel buio, bianco/nero). Con Dominion of Summer e Sentience hanno osato minutaggi post-rock, con Eigengrau e Dozing in the Riptide si sente lo shoegaze e tornano subito in mente gli Alcest, nella prima traccia Evening View (ingannevole) usano scream à la hardcore.
Piacevolissima poi l’accoppiata doppio pedale – double pick.
Non mancano delle dimostrazioni di tecnica, in stile progressive, come progressive è anche il modo di porre le tracce collegate l’una all’altra come un unicum, fattore che apprezzo sempre molto in un album.
Anche se in un certo senso, un po’ malevolmente, queste dimostrazioni di tecnica si possono vedere come un neo. Nel genere black come nel post-rock, le dimostrazioni di bravura non sono mai servite, e non sono volute. C’è un contenuto di un certo tipo che si vuole trasmettere, e si pensa più al mood che alle scale e agli armonici. Fa parte delle cose che la band (tra l’altro sono solo due i componenti) ha voluto inserire come tocco personale, rischiando però un calderone poco appetibile.
Con questa produzione la band non ha quindi voluto solo “aderire” al genere, ma ha continuato ad innovarlo, mettendoci del suo. Dimostra di aver capito il genere: brillantezza di esecuzione e produzione e interventi mirati nel sound. Con lo spirito giusto.
Motivi questi per cui questo album merita più di altri di essere ascoltato. Un ascolto coraggioso per gli ascoltatori di shoegaze, diverso per quelli di black metal, divertente per gli ascoltatori seriali.