Nudist – See the Light Beyond the Spiral (2015)

nudist
(Tool?)

Fin dal primo dei cinque brani dell’album di esordio del gruppo fiorentino Nudist si può percepire la caduta nel vuoto, la profondità e la reclusione buia.
E se cadi è un abisso di fango e psichedelia.

Piuttosto adrenalinici forse per dire sludge, sebbene quel non-so-che nel nome, l’estetica e il minutaggio prepotente non lo escludono.
Non c’è che dire, un album ben prodotto e dai suoni scelti con attenzione. La batteria in primo piano, le vocals scorticanti e gli effetti d’atmosfera colpiscono nel segno. I riff sono incisivi ma non ipnotici (quelli se li tengono da parte per il gran finale Suicide) e la forma dei brani sembra non sentire gabbie di genere.

Trasudano fortemente i temi: orrore, visione tetra, incubo umano (bellissima la scena suggerita da Blind Spiders) che dimostrano, insieme alla costruzione musicale, un’estetica insieme originale e coerente, di sicuro autentica.

Album da non perdere per i patiti di doom, sludge e affini, e che ci ricorda ancora che in Italia questi generi li suoniamo da paura.

Pubblicato da

Manuel D'Orso

Nel collettivo dal 2013, INTJ, appassionato di metal e musica sperimentale.

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