Ultima release della formazione stoner che si fece notare nel 2014 con The Sun e torna ora con The Sea (che sia una trilogia?).
La band ucraina produce uno stoner che, specialmente in questo album, ha un gusto shoegaze, ambientale e prevalentemente strumentale.
I brani sono molto evocativi e si sentono distintamente influenze dal desert, in alcuni riff, e dal post-metal per la forma canzone ed i climax.
Brani da lunghi a molto lunghi (6′-12′) ma che si ascoltano con molta facilità e scorrevolezza, anche in un momento di relax.
Già la prima traccia Vero, introduce il sound e il grado, la cifra dell’album, che il gruppo riesce a non far calare fino alla fine dell’album, 50 minuti dopo.
Molto bella la progressione di 84 Days, che sfocia in un sound distorto e fuzzoso a cavallo tra l’estasi psichedelica e l’headbanging.
Ottima produzione, da ascoltare specialmente per chi è avvezzo al genere o, ancora meglio, per chi lo suona.