Rieccomi ancora una volta con una recensione di un gruppo Indie ma con una grossa differenza: non stiamo parlando di Inghilterra, nemmeno di Australia o di Stati Uniti; stiamo parlando di un gruppo italiano.
Il 9 aprile io ed il collega Manuel, a Milano per lavoro, andiamo all’International Radio Festival; tra le varie conferenze e spettacoli ci fermiamo ad ascoltare un’intervista a Giorgia D’Eraclea, interessante anche perchè intermezzata da suoi pezzi in acustico. Decido dunque di cercare qualcosa che riguardi il gruppo ed arrivo a questo EP, rimanendo -spoiler- piacevolmente colpito.
Per quanto riguarda l’artista cito (e linko) la pagina facebook della stessa: Giorgieness è il progetto della cantante e chitarrista Giorgia D’Eraclea, accompagnata dal polistrumentista Andrea De Poi.
Nato nel 2011, riscuote da subito un grande interesse, che la porta a condividere il palco con alcuni importanti artisti del panorama indipendente italiano, come Tre Allegri Ragazzi Morti, Morgan, Il Pan Del Diavolo, Fast Animals & Slow Kids e Paletti. Del 2013 l’EP d’esordio Noianess, prodotto da Luigi Galmozzi ed Andrea Maglia (Manetti!, Tre Allegri Ragazzi Morti). Con il 2014 Giorgia comincia a lavorare sul nuovo materiale, continuando ad affiancarvi un’attività live in costante crescita.
Formazione live :
Giorgia D’Eraclea : chitarra/voce
Andrea De Poi : basso
Davide Lasala : chitarra
Lou Capozzi : batteria
Cominciamo allora a dire qualcosina sull’album.
Si compone di quattro tracce, per un totale di dodici minuti. Il tema principale che viene affrontato è l’amore, in alcune delle sue sfaccettature.
Sai parlare ci fa sentire parti rabbiose, portate in alto dalla voce interessante di Giorgia e momenti in cui si rallenta per provocare una netta contrapposizione con l’attacco forte che ci porta alla chiusura. La parte “che cosa è successo alle tue prime scarpe? Le consumavi per farti più forte” mi ha ricordato “io le sporcavo per sembrare un pò più interessante”, frase dei Ministri in Vestirsi male sempre riferita alle scarpe. Chi segue questo blog sa quanto io ami i Ministri, quindi non posso far altro che apprezzare.
Magari sta sera ci descrive una ragazza nella tipica indecisione sul chiamare o meno un ragazzo della quale sembra innamorata nonostante i suoi tentativi di autoconvincersi del contrario. Il ritmo rimane costante e durante il ritornello esplode tutta la rabbia nei pensieri della donna che però si calma nel momento in cui ricomincia a pensare alle scuse da usare per contattare l’uomo. Una frase che mi ha fatto sorridere è “Magari stasera ti chiamo, è il compleanno di Björk”; bella scusa per contattare qualcuno in effetti!
Lampadari sembra basata sui ricordi di un amore combattuto. “Toccherà a te guardarmi dal basso e ai miei occhi, trovarti fra le luci. Dovrai volermi con tutte le smagliature del caso, e con il tempo che giocherà a rovinarmi.” viene praticamente urlato dalla cantante, che riesce a rendere perfettamente ciò che voleva trasmettere.
Brividi/Lividi mi ha colpito fin da subito, con il basso in grado di scandire e accompagnare le parole di Giorgia. Molto interessante l’alternarsi delle frasi quasi sussurrate e i momenti in cui strumenti e voce esplodono; il tempo cambia improvvisamente intorno al minuto e mezzo, quasi per preparare l’ascoltatore ad un finale in crescendo. Bellissima la parte successiva, con le note cantate e la chitarra ben scandite, fino al “guàrdami guardàmi guàrdami guardàmi” che riesce a mantenere perfettamente il ritmo.
Nel complesso consiglio quest’album, come anche questo gruppo. Appena possibile cercherò di recensire anche la loro ultima opera, che in realtà ho già ascoltato su Spotify – molto interessanti le nuove versioni di Brividi/Lividi e Parlami, ne riparleremo in futuro – ma nel frattempo vi invito a supportarli e a seguirli.
Buon ascolto, alla prossima!