The Mothership – Bright Side of Dim (2014)

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  • Membri: Johndus Beckman, Paul Fraser, Ryan Thornes, Will Andrews 


The Mothership – Ten Miles Wide (2011)

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  • Membri: Johndus Beckman, Paul Fraser, Ryan Thornes, Will Andrews 

 

Of Clocks and Clouds – YOU (2014)

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  • Membri: Joe Salgo, Ross Procaccio, John Santiago

 

Petting Zoo – Good Evening (2015)

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  • Artista: Petting Zoo
  • Album: Good Evening
  • Anno: 2015
  • Genere: Alternative | Electronic | Neo-psychedelia
  • Durata: 38:29

1.

Global Conveyor 00:38

2.

Thoughts on the Equator 04:32

3.

Too Upset 03:12

4.

TV Show 04:03

5.

Misfortune Fingers 04:29

6.

Dollhouse 04:21

7.

Hymno 05:33

8.

Abraxas 02:00

9.

Spanish Influenza 03:19

10.

Old Man Syndrome 06:18

  • Membri: Christian Hegland Joey Distasio Zach Ballard Tim Zoidis

 

Jamie Dams – Rush Of Souls (2016)

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Guida alla lettura della rubrica “Colpo d’occhio”

Salve, sono Marco, benvenuti alla presentazione della mia nuova rubrica “Colpo d’occhio”.

Si tratta essenzialmente di brevi recensioni riguardanti album di artisti emergenti, suddivisa in questo modo:

  • Nome artista
  • Nome album
  • Anno di uscita dell’album
  • Genere
  • Minutaggio album
  • Tracklist
  • Breve biografia (dove disponibile)

A queste informazioni seguirà un pannello riepilogativo con alcuni voti, puramente soggettivi:

  • Qualità audio: qualità della registrazione;
  • Sonorità: uso di strumenti particolari o fusione di suoni non propriamente comuni;
  • Ascoltabilità: l’album si lascia ascoltare o si tratta di un esercizio di stile che però potrebbe risultare pesante?
  • “Indiecità”: è presente un alto livello di “indipendenza musicale” o si tende a copiare ciò che va di moda al momento, arrivando al pop? (questo indicatore non è preso in considerazione nel riepilogo che costituisce il valore finale)
  • In breve: voto finale all’album, scaturito dalla media dei primi tre valori.

Se l’album sarà in freedownload troverete infine un link per scaricarlo o per donare all’artista.

In base ai vostri interessi potrete dunque decidere se dare o meno una possibilità all’album in questione.

Buon ascolto!

Shawn Lee’s Ping Pong Orchestra – Voices and Choices (2007)

Ci ritroviamo ancora una volta sul blog a parlare di un gruppo particolare;

questa volta peró non si tratta di un qualcosa di microsconosciuto, bensì di Shawn Lee’s Ping Pong Orchestra, il cui fondatore, Shawn Lee, è un polistrumentista americano pluripremiato in ambito di colonne sonore in attività dal 1993.

Tra i suoi lavori in ambito cinematografico possiamo trovare Ocean Thirteen, CSI: Miami e Lost, mentre in ambito videoludico si è fatto notare con Bully, gioco della Rockstar del 2006 e con un suo brano contenuto all’interno di questo album in Tales From the Borderlands, ennesimo capolavoro della Telltale Games.

Non affronterò una recensione pezzo per pezzo, ma parlerò in generale dei pezzi che mi hanno attirato di più.

Kiss the sky è un pezzone, togliamoci subito il dente. La canzone che mi ha attirato di più giocando a Tales From the Borderlands resta sempre interessante, voce perfetta per l’adattamento strumentale, seconda voce di Shawn Lee in falsetto.

Il secondo pezzo degno di nota dal punto di vista vocale è Francoise Hardy, cantato da Jacques Brel, con l’alternanza di sonorità antiche come archi e voce calda francese al beat moderno.

Subito dopo Glass Act mi dà l’idea di una hall di un albergo futuristico, lasciando posto all’atmosfera quasi caraibica di Perculator.

The Hour Glass Effect non mi piace, non preferendo il rap ma comunque ha una buona base che si lascia ascoltare. JW sembra un pò dream pop unito a momenti di chitarra spagnoleggiante.

Changing Times è un pezzo parecchio bizzarro: si tratta di una rivisitazione della colonna sonora di Mission Impossible nella quale la parte del basso è eseguita dalla voce incerta del cantante, insieme a coretti e ad un arrangiamento da sala, in pieno stile Richard Cheese.

L’album termina con Jawbreaker, brano post-rock elettronico della durata di 5 minuti.

Nel complesso consiglio l’acquisto e l’ascolto a tutti gli amanti del post-rock e di musica ambient, ma anche a coloro che amano cose strane e particolari;

in ogni caso con Kiss the Sky dovreste andare sul sicuro, quindi correte ad ascoltarlo e poi, se vi piace, preparatevi al resto dello strano album!

 

Giorgieness – La giusta distanza (2016)

Come promesso, dopo aver “recensito” Noianess passo all’ascolto di La giusta distanza, sempre di Giorgieness.

Senza perdermi in chiacchiere vi rimando alla mia recensione precedente che si ricollega perfettamente a questo album attraverso la prima traccia:

Sai parlare; Si comincia subito con una nostra “vecchia” conoscenza, in una versione piú “sporca” e interessante, con varie pause, momenti di accelerazione rock e cambi di ritmo che ci introducono al secondo pezzo, K2. In piú di un’occasione mi sono ritrovato a canticchiare mentalmente il ritornello. Sui due minuti e 50 vengo sorpreso dalla voce della cantante, in grado di ricollegare perfettamente due momenti del pezzo ad una prima impressione scorrelati.

Il presidente mi sorprende per il ritmo martellante che si respira fin dal primo momento e per la tematica potere/uso dello stesso.

giorgieness2016 Continua a leggere Giorgieness – La giusta distanza (2016)

Giorgieness – Noianess EP (2013)

Rieccomi ancora una volta con una recensione di un gruppo Indie ma con una grossa differenza: non stiamo parlando di Inghilterra, nemmeno di Australia o di Stati Uniti; stiamo parlando di un gruppo italiano.

Il 9 aprile io ed il collega Manuel, a Milano per lavoro, andiamo all’International Radio Festival; tra le varie conferenze e spettacoli ci fermiamo ad ascoltare un’intervista a Giorgia D’Eraclea, interessante anche perchè intermezzata da suoi pezzi in acustico. Decido dunque di cercare qualcosa che riguardi il gruppo ed arrivo a questo EP, rimanendo -spoiler- piacevolmente colpito.12961513_740912369342362_6159015804674611155_n

Per quanto riguarda l’artista cito (e linko) la pagina facebook della stessa: Giorgieness è il progetto della cantante e chitarrista Giorgia D’Eraclea, accompagnata dal polistrumentista Andrea De Poi.

 

Nato nel 2011, riscuote da subito un grande interesse, che la porta a condividere il palco con alcuni importanti artisti del panorama indipendente italiano, come Tre Allegri Ragazzi Morti, Morgan, Il Pan Del Diavolo, Fast Animals & Slow Kids e Paletti. Del 2013 l’EP d’esordio Noianess, prodotto da Luigi Galmozzi ed Andrea Maglia (Manetti!, Tre Allegri Ragazzi Morti). Con il 2014 Giorgia comincia a lavorare sul nuovo materiale, continuando ad affiancarvi un’attività live in costante crescita.

Formazione live :
Giorgia D’Eraclea : chitarra/voce
Andrea De Poi : basso
Davide Lasala : chitarra
Lou Capozzi : batteria

Cominciamo allora a dire qualcosina sull’album.

Si compone di quattro tracce, per un totale di dodici minuti. Il tema principale che viene affrontato è l’amore, in alcune delle sue sfaccettature.

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Sai parlare ci fa sentire parti rabbiose, portate in alto dalla voce interessante di Giorgia e momenti in cui si rallenta per provocare una netta contrapposizione con l’attacco forte che ci porta alla chiusura. La parte “che cosa è successo alle tue prime scarpe? Le consumavi per farti più forte” mi ha ricordato “io le sporcavo per sembrare un pò più interessante”, frase dei Ministri in Vestirsi male sempre riferita alle scarpe. Chi segue questo blog sa quanto io ami i Ministri, quindi non posso far altro che apprezzare.

Magari sta sera ci descrive una ragazza nella tipica indecisione sul chiamare o meno un ragazzo della quale sembra innamorata nonostante i suoi tentativi di autoconvincersi del contrario. Il ritmo rimane costante e durante il ritornello esplode tutta la rabbia nei pensieri della donna che però si calma nel momento in cui ricomincia a pensare alle scuse da usare per contattare l’uomo. Una frase che mi ha fatto sorridere è “Magari stasera ti chiamo, è il compleanno di Björk”; bella scusa per contattare qualcuno in effetti!

Lampadari sembra basata sui ricordi di un amore combattuto. “Toccherà a te guardarmi dal basso e ai miei occhi, trovarti fra le luci. Dovrai volermi con tutte le smagliature del caso, e con il tempo che giocherà a rovinarmi.” viene praticamente urlato dalla cantante, che riesce a rendere perfettamente ciò che voleva trasmettere.

Brividi/Lividi mi ha colpito fin da subito, con il basso in grado di scandire e accompagnare le parole di Giorgia. Molto interessante l’alternarsi delle frasi quasi sussurrate e i momenti in cui strumenti e voce esplodono; il tempo cambia improvvisamente intorno al minuto e mezzo, quasi per preparare l’ascoltatore ad un finale in crescendo. Bellissima la parte successiva, con le note cantate e la chitarra ben scandite,  fino al “guàrdami guardàmi guàrdami guardàmi” che riesce a mantenere perfettamente il ritmo.

Nel complesso consiglio quest’album, come anche questo gruppo. Appena possibile cercherò di recensire anche la loro ultima opera, che in realtà ho già ascoltato su Spotify – molto interessanti le nuove versioni di Brividi/Lividi e Parlami, ne riparleremo in futuro –  ma nel frattempo vi invito a supportarli e a seguirli.

Buon ascolto, alla prossima!

Khan – Ecstasy (2016)

Oggi butto giù due righe su un gruppo appena trovato su Bandcamp. Come al solito si tratta di una minirecensione al primo ascolto.

Chi sono i Khan? Si tratta di un gruppo di Melbourne, Josh Bills – cantante/chitarra, Mitchell Kerr – basso/seconda voce e Beau Heffernan – batteria. L’album in questione, Ecstasy, si compone di 6 tracce ed è uscito in concomitanza con Enstasy, sempre di 6 tracce.

Partiamo dunque con i brani. Continua a leggere Khan – Ecstasy (2016)