Kiev – Kiev

Eccoci con la seconda recensione sugli album Indie di Noisetrade dopo la piccola pausa dovuta all’uscita di “Cultura Generale” dei Ministri.

Oggi andiamo a dare un’occhiata al lavoro dei Kiev, band emergente e, secondo me, promettente.

Per quanto riguarda la loro biografia, traduco qualcosa delle informazioni trovate in giro; il gruppo nasce a Orange, California, attraverso varie improvvisazioni, effettuate in un magazzino del 1940. Viene creato inizialmente dal chitarrista/cantante  Robert Brinkerhoff  che poi ha aggiunto uno alla volta gli altri membri nel corso degli anni fino a trovare un’organicità, tutto sommato, coesa. Tra i vari generi affrontati troviamo il post punk, funk psichedelico, indie, jazz, jam uniti all’elettronica. Ci sono contributi da parte dei corni francesi, clarinetti, fagotto, trombone, oboe e sintetizzatori ARP.

In breve, mi hanno ricordato in parte i Cold War Kids, con la voce particolare del cantante unita perfettamente ai vari strumenti, che in questo caso si amalgamano bene con l’aspetto elettronico presente nei vari pezzi di questo album.

Kiev si compone di cinque pezzi; analizziamoli sinteticamente.

01 – Falling Bough

Il brano si apre con la batteria raggiunta subito dal basso, a sua volta seguito dalla voce. Si riscontra subito la particolarità della voce dalla tonalità alta del cantante, mai fuori tema rispetto alla parte strumentale. Non si tratta di un qualcosa molto complesso, è di facile ascolto.

02 – Ariah Being

Partiamo con un tempo più veloce rispetto al brano precedente, con l’intervento di un sax intorno ai 2:20. Gli strumenti si mischiano sempre più tra loro, per poi lasciare spazio al basso e alle voci in stile Radiohead intorno ai 4 minuti.

03 – Solving And Running

Anche questo è un pezzo di facile ascolto, con il solito alternarsi di intro, strofa, ritornello.

04 – Pulsing Cough Focus

La presenza costante del basso somiglia quasi ad un cuore pulsante, senza mettere ansia, anzi suggerendo una calma che aumenta in un climax lungo tutto il pezzo.

05 – 3rnd (Bonus Track)

Qui troviamo il sintetizzatore che fa capolino in più di qualche momento insieme al sax in un interessante vortice musicale che rimanda alle sonorità degli anni 80.

In breve direi che si tratta di un gruppo interessante, appena potrò metterò le mani sull’album full-lenght e approfondirò il loro stile. Consigliato ai fan dei Radiohead e Cold War Kids, non lo sconsiglio nemmeno a chi volesse sentire qualcosa di orecchiabile e di facile ascolto; è anche gratuito, quindi non avete proprio scuse!

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