Il mio primo approccio con i Cocteau Twins è avvenuto “ascolticchiando” alcune tracce del loro album d’esordio, Garlands, dalle sonorità decisamente darkwave . Ma quello di cui parlerò adesso è forse il loro album più famoso . Il capostipite di tutto quel filone musicale che verrà chiamato, successivamente, dream-pop. Non fatevi ingannare dalla parola “pop”, dicitura recentemente abusata, sfruttata e spesso indice di lavoro discografico per adolescenti disincantate o da casalinghe disperate e sessualmente represse, cantata e suonata da gruppi che , per le loro doti, dovrebbero solo esibirsi alla sagra della salsiccia.
Già dalla prima traccia (Ivo) vi renderete conto che quello che vi appresterete ad ascoltare sarà un disco sicuramente fuori dal comune. Ed è qui che Elizabeth “Liz” Fraser (senza nulla togliere al gruppo tutto) sfodera la parte migliore di sé. Accompagnata da una chitarra acustica e da una ritmica semplice ma incalzante, Liz da sfoggio di tutta la sua capacità vocale alternando ottave alte e basse con una maestria (ed alchimia oserei dire) uniche creando qualcosa di davvero particolare, sfatando con una sola traccia tutti i pregiudizi commerciali che avrebbero potuto appannare la nostra mente! Il testo che , all’atto pratico, non ha alcun significato apparente:
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